L’iceberg della celiachia sta emergendo: 15-20 anni fa pochi conoscevano questa malattia e pochissimi ricevevano la diagnosi, oggi moltissimi sanno più o meno che cos’è e quali sintomi intestinali e non possano dipendere proprio dalla celiachia. «Nonostante ciò mancano ancora pazienti all’appello: in Italia, stando alle stime, dovremmo avere circa 600mila casi, ma i diagnosticati sono circa 150mila - osserva Caterina Pilo, presidente dell’Associazione Italiana Celiachia -. Inoltre, in media, occorrono ancora sei anni prima della diagnosi perché tuttora i pazienti “vagano” facendo spesso esami inutili o rivolgendosi alla medicina alternativa».

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Si torna a parlare di zuccheri, non di quelli presenti naturalmente in alimenti come frutta e latte, bensì di quelli che quelli che vengono aggiunti a cibi e bevande e che ci sono nel miele e nei succhi di frutta. L’occasione per parlarne arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) le cui linee guida potrebbero presto suggerire che un consumo di zuccheri dimezzato rispetto a quello attualmente indicato come massimo (pari al 10% del fabbisogno calorico giornaliero) avrebbe ulteriori benefici per la salute.

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