Il diario alimentare è uno strumento di auto-aiuto molto utile nella terapia del sovrappeso e nell’educazione alimentare, per consentire al paziente, il controllo del proprio comportamento alimentare ed al nutrizionista, di seguire il paziente con più accuratezza e precisione durante la rieducazione nutrizionale e comportamentale.

Sul diario si annota ciò che si è mangiato e bevuto, specificando gli orari e le relative porzioni, dove si è consumato il pasto, gli stati d’animo e l’attività fisica svolta durante la giornata. Inoltre suggerisco di dare un punteggio alla fame con cui si giunge al pasto ed alla sazietà raggiunta alla fine del pasto.

Compilare il diario giorno dopo giorno, fa crescere in noi la consapevolezza di cosa facciamo rispetto a cosa “pensiamo di fare”.

Il diario è uno strumento versatile.

Utilizzo il diario come strumento preventivo con i nuovi pazienti una settimana prima dell’appuntamento concordato, così da avere materiale su cui lavorare per evidenziare i punti critici della propria alimentazione ed elaborare una dieta che si avvicini ai gusti ed alle esigenze del paziente, correggendo gli errori commessi. Spesso non si ha coscienza  di quanto siano stati consistenti i fuori pasto (caramelle, cioccolatini, bevande zuccherate alle macchinette, pezzettini di pane, assaggi mentre si cucina) oppure ci si dimentica il calice di vino, il parmigiano sulla pasta, l’aperitivo, l’insalata arricchita di mais, tonno e mozzarella.

Utilizzo il diario anche per verificare l’aderenza al piano alimentare concordato evidenziando errori che impediscono alcune volte ad una dieta di essere efficace. Ci sono persone che tendono a  mangiare meno di quello consigliato nell’infondata convinzione che “meno è meglio” (con il risultato invece di predisporre il proprio metabolismo a rallentare), oppure che le scelte alimentari fossero troppo monotone ( sempre petto di pollo e zucchine), o troppo abbondanti (5 mandarini allo spuntino) nella convinzione “tanto è frutta e fa bene”.